Come già accennato precedentemente, l'etimologia della parola "stroboscòpio" derive dal greco e significa "guardare il vortice": cioè uno strumento adatto ad osservare senza pericoli un oggetto che gira in un moto periodico. É decisamente difficile trovare un mito su uno stroboscopio in sé come oggetto, ma si possono trovare diversi riferimenti e analogie a miti sull'osservare senza pericoli, si pensi al mito di Orfeo e Euridice, nel quale il protagonista va a riprendere la sua amata nell'ade, e il suo unico vincolo era quello di non voltarsi a guardare se lei lo stesse davvero seguendo sulla strada verso il mondo reale, pena l'annullamento della possibilità di riaverla con sé tra i vivi. Oppure una seconda analogia con il mito greco delle Gorgoni, in particolare Medusa, le quali avevano il potere di pietrificare chiunque le guardasse negli occhi, così da rendere impossibile il racconto delle loro sembianze.
Così si può vedere lo stroboscopio, come oggetto e strumento utile a "guardare in sicurezza", senza pericoli per gli occhi, un fenomeno altrimenti inosservabile e in quanto tale non condivisibile con il resto della società.
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